STUDIODARTEROBERTA

FIGURATIVI

In questa sezione ho voluto includere un gruppo di opere a cui sono particolarmente legata.

Ogni volta che le osservo, rivivo momenti significativi di un periodo felice della mia vita, ricco di sogni e speranze, evocando in me sentimenti di nostalgia e gratitudine.

Credo che l’arte abbia il potere di trasmettere non solo esperienze personali ma anche una connessione profonda con chi siamo e con il percorso che abbiamo intrapreso.

POLIMNIA

L’idea nasce dall’incontro con l’immagine di una statua romana di Polimnia, copia di un originale ellenistico, che si trova a Roma.

Il dipinto raffigura la musa nel suo atteggiamento riflessivo, con il volto appoggiato sulla mano, in un momento di meditazione e introspezione. Avvolta in un soffice mantello che svanisce nell’aria, sembra, con alito leggero, abbandonare i suoi pensieri al vento.

La Musa Polimnia è, nella mitologia greca, una delle nove Muse, figlie di Zeus e della titanide Mnemosine (la Memoria). Rappresenta la musa del canto sacro, della danza, della pantomima e dell'eloquenza.

POLIMNIA

50x40

Cartone telato preparato con colla e sabbia - colori ad dolio

2013

LA MENADE DANZANTE

Una figura si torce nello spazio, abbandonata al movimento, ma non libera.
un corpo in tensione, attraversato da forze invisibili, da impulsi che non può domare.

Non danza: resiste.
La sua forma si frantuma, i contorni si dissolvono, il volto si perde.
Un’identità spezzata, scossa, trattenuta nel gesto estremo di chi cerca una via di fuga.

Evoca l’eco lontana di una menade antica — quella che danzava per Dioniso,
ma qui il sacro si fa ferita, l’estasi si piega al dolore.

È la donna strappata, ridotta a simbolo, immersa in un gorgo che la trascina e la consuma.
Non grida, ma il suo silenzio è assordante.

"Menade danzante" si riferisce a una seguace di Dioniso, il dio greco dell'ebbrezza e della liberazione dei sensi, che partecipa a danze estatiche e frenetiche durante i riti del dio, simbolo della trascendenza dalla realtà e dell'abbandono all'irrazionalità e all'istinto primordiale.

Nella celebre scultura attribuita a Skopas, oggi conservata a Dresda, “la figura si avvita nello spazio agitata da un moto che non può frenare: orgiastica e dionisiaca, ma nel senso tragico del termine, è presa nel vortice della danza come in un gorgo che finirà per sommergerla” (Argan)

LA MENADE DANZANTE

50x70

Cartone telato preparato con colla e sabbia - colori ad dolio

2013

ARISTOTELE

Di seguito un famoso passo di Aristotele tratto dalla sua opera Metafisica, dove il filosofo afferma che tutti gli esseri umani aspirano per natura alla conoscenza. Sottolinea che questo desiderio è evidente nell'amore che proviamo per le sensazioni, in particolare per la vista, perché essa ci permette di conoscere il mondo più di qualsiasi altro senso, anche indipendentemente da una finalità pratica.

“Tutti gli uomini per natura tendono al sapere. Segno ne è l’amore per le sensazioni: infatti essi amano le sensazioni per se stesse, anche indipendentemente dalla loro utilità, e, di più, amano la sensazione della vista. In effetti, non solo ai fini dell’azione, ma anche senza avere alcuna intenzione di agire, noi preferiamo il vedere, in un certo senso, alle altre sensazioni. E il motivo sta nel fatto che la vista ci fa conoscere più di tutte le altre sensazioni.”

tratto dalla sua opera “Metafisica”

ARISTOTELE

30x40

Cartone telato preparato con colla e sabbia - colori ad dolio

2013